Restauro delle tele della Chiesa del Santissimo Salvatore dell’Eremo di Monte Giove

2018-2019

Restauro del complesso di tele dipinte presenti all’interno della Chiesa del Santissimo Salvatore dell’Eremo di Monte Giove nei pressi di Fano.

La Fondazione Scavolini ha condotto una serie di interventi di valorizzazione del patrimonio storico dell’Eremo di Monte Giove, il complesso monastico della Congregazione Camaldolese eretto fra i secoli XVII e XVIII sulla sommità di un’elevata collina in prossimità di Fano, in una situazione ambientale di grande valore paesaggistico.

In accordo con la comunità monastica dell’Eremo, la Fondazione ha promosso il restauro del complesso di tele dipinte presenti all’interno della settecentesca Chiesa del Santissimo Salvatore, struttura centrale del complesso, la pulitura del suo coro ligneo e ha altresì fatto eseguire un intervento di protezione di una quercia secolare situata nella proprietà del convento.

In particolare le tele restaurate comprendono: la grande pala d’altare, raffigurante la scena della Trasfigurazione, opera dell’artista pesarese Gian Andrea Lazzarini (Pesaro 1710-1801); una tela polilobata sovrastante la Trasfigurazione che raffigura Dio Padre benedicente con angeli e la colomba dello Spirito Santo, anch’essa assegnabile al Lazzarini; un dipinto collocato sulla parete di sinistra della chiesa e raffigurante San Romualdo e il miracolo del faggio, opera di Gian Domenico Cerrini detto il Cavalier Perugino (Perugia 1609 - Roma 1681), artista attivo nella seconda metà del Seicento tra Umbria, Roma e Firenze; un dipinto collocato sulla parete di destra raffigurante Gesù bambino con S. Giuseppe, S. Maria Maddalena, S. Romualdo, S. Benedetto, S. Scolastica, eseguito da Venanzio l’eremita (doc. dal 1618 al 1655), monaco camaldolese, forse originario di Camerino, che visse all’Eremo di Monte Giove tra il 1641 e il 1644. In quest’ultima tela è inserita anche una raffigurazione del complesso dell’Eremo, così come appariva nel XVII secolo.
Il coro in noce, di cui è stata eseguita la pulitura, è composto da 15 stalli, separati da eleganti colonnine tortili sormontate da capitelli corinzi. È stato realizzato nel XVIII sec. da ebanisti dell’area pesarese.

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