Dopo il recupero edilizio, si presentava l'ovvio, ma difficile quesito, di quale museo realizzare in un contenitore che non recava tracce di una dimensione privata, di un qualsivoglia "uso" da parte dell'illustre inquilino, che nella casa nacque, è vero, ma che vi abitò per brevissimo tempo, fanciullo.
Il patrimonio della casa, formatosi nel corso del tempo per donazioni di ammiratori del pesarese, soprattutto francesi, era costituito da belle stampe litografiche di soggetto rossiniano della fine del secolo scorso, e di ben pochi cimeli, privi di valore emozionale, se si esclude la spinetta dei primi approcci con l'arte del giovane Gioachino.
Esclusa giocoforza la via della costituzione della casa-museo tradizionalmente intesa, è stato valorizzato quanto già esisteva.
Le stampe sono state accuratamente restaurate; alla loro leggibilità in chiave documentaria ha poi lavorato Bruno Cagli coadiuvato da Mauro Bucarelli. Per la catalogazione e la illustrazione tecnico artistica hanno contribuito Renato Bruscaglia e Federica Tesini.
L'allestimento del museo è stato curato da Franco Panzini: raggruppando le stampe per temi e articolando l'esposizione in base alla natura degli oggetti accumulatasi col tempo, si è sfruttato al massimo lo spazio esistente e fornito al pubblico un itinerario che ha recuperato l'iter biografico del personaggio Rossini. La Fondazione ha anche finanziato la collocazione di un impianto antifurto a protezione della collezione.
Il Museo è diviso in tre sezioni principali: il piano terra è interamente dedicato agli interpreti rossiniani, il piano superiore al compositore pesarese, mentre il piano sotterraneo ospita una sezione didattica.
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Fondazione Rossini
Bruno Cagli
Mauro Bucarelli
Ordinamento scientifico del museo -
Franco Panzini
Allestimento museo -
In Forma, Firenze
Realizzazione dell'allestimento -
Fuorischema
Grafica del museo
Massimo Dolcini
Art Director