La decorazione qui rinvenuta non risponde infatti a moduli noti: un sole raggiato è posto al centro del catino absidale, che è spartito da riquadri con cornici entro cui sono inserite losanghe e rosette.
I motivi sembrano riferirsi a prototipi paleocristiani rielaborati nell'età dell'umanesimo.
La pulitura si è rivelata in alcuni punti particolarmente difficoltosa a causa dei protettivi sovrammessi in passato e per via delle incrostazioni di sali. Le operazioni conservative hanno riguardato il ristabilimento dell'adesione dei vari strati, che in più punti erano totalmente distaccati dal supporto murario; si è poi proceduto al trattamento delle lacune, rendendo l'insieme più ordinato e facilmente leggibile.
Si è così recuperato un tessuto pittorico di qualità assai più alta di quanto si potesse supporre: costituiscono una realtà sorprendente le delicate velature degli incarnati, i volumi pieni delle figure, la preziosità dei pigmenti e della gamma coloristica. Pigmenti alterati ed efflorescenze saline occultavano brani pittorici che fanno oggi interpretare, secondo nuovi parametri di giudizio, le scuole pittoriche pesaresi del XV secolo.
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Laura Guarini
Susanna Sarmati
Esecuzione -
Rosaria Valazzi
( Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici delle Marche )
Direzione lavori